martedì 15 ottobre 2013

STOP BURNING YOUR MONEY!

There were shouts of ‘Urgh!’ and ‘That’s disgusting!’ this week in Lyric Square, along with stares from inquisitive residents doing their shopping and workers on their lunch breaks, as they passed a six-foot tall box filled to the top with rubbish.
The clear, plastic box stood in the square on Tuesday and contained waste collected from the rubbish bins and off the street in a half a mile stretch between Hammersmith Broadway and Hammersmith Town Hall in King Street.
Street cleaners from Serco, the council’s contractor, had to only make two visits to the box before it was completely full.
Around 30 bags were put into the box over an eight hour period to show how much rubbish is thrown away every day and to demonstrate that the majority of it could actually be easily recycled – if the right items, like drinks’ cans, plastic bottles and newspapers, had been put in the correct bin.
Officers from the council were on hand to speak to residents and listen to their suggestions on how to get more people recycling correctly, as well as hand out leaflets reminding people what items they can and can’t recycle.


For more information on the campaign visit www.lbhf.gov.uk/cleanest and to find out what you can and can't recycle, visit www.lbhf.gov.uk/recycle.

lunedì 14 ottobre 2013

PUBBLICATE LINEE GUIDA COMUNI PER IL RICICLO DELLA PLASTICA

Con piacere pubblichiamo un articolo uscito su Ambientequotidiano.it riguardante la mancanza di un modello universale per il riciclo delle materie plastiche. Questo gap è stato colmato dalla relazione congiunta tra L’Istitute of Scrap Recycling Industries (ISRI) el’Association of Postconsumer Plastic Recyclers (APR). 

Qui sotto parte dell'articolo, per leggerlo tutto cliccate qui:

Il settore del riciclo della plastica è da sempre caratterizzato da problemi di eterogeneità. È mancato un modello unico che standardizzasse le procedure operative da adottare da parte delle aziende operanti in tale ambito. Questa situazione oggi trova una soluzione grazie al modello elaborato dalla task force attraverso un modello efficiente e facile da applicare.
Individuando una serie di norme–quadro riferibili al settore, il documento prodotto dalla task force, affronta dunque la spinosa questione dell’eterogeneità dei rifiuti differenziati e delle materie seconde, ovvero materie di scarto ricavate dal processo di riciclo che possono essere reintrodotte nuovamente nei processi produttivi.
A testimoniare la soddisfazione dei risultati vi è la dichiarazione del presidente dell’ISR Robin Wiener, il quale ha dichiarato: “ Con la messa a punto di norme specifiche adesso tutti nel settore del riciclo di materie plastiche parleranno la stessa lingua. È la prima volta che una collaborazione di questo tipo individua parametri capaci di mettere d’accordo acquirenti e venditori.”
Fonte: ambientequotidiano.it

venerdì 11 ottobre 2013

Riciclo plastica: CARPI se ne occupa

Il valore della filiera del riciclo della plastica è CARPI che lo rappresenta e lo difende. Si tratta del maggior consorzio nel settore imballaggi terziari, ha 33 aziende associate e Gianfranco Picinali, il presidente, già anticipa che ci saranno new entries interessanti. E avvisa l’Italia: “Se vogliamo raggiungere gli obiettivi comunitari le cose dovranno gradualmente cambiare. Ci vuole una liberalizzazione nel nostro settore”.

Leggi l'intervista su: Ideegreen


EUPC CHIEDE MESSA AL BANDO DEGLI OXO

La plastica degradabile o oxo-degradabile è una normale resina - tipicamente polietilene - additivata con sostanze che inducono la rottura della catena molecolare favorendo la frammentazione e successiva biodegrazione del polimero. Il processo avviene in tempi più lunghi (da qualche mese a qualche anno) rispetto a quelli fissati dalla norma EN 13432 sulla biodegradabilità e compostabilità degli imballaggi (90 giorni), ma inferiori a quelli "naturali" del materiale (decine o centinaia di anni).
Questa soluzione, declinata in prodotti differenti con diversa efficacia, ha avuto particolare successo in Italia nella produzione di shopper, per aggirare il divieto alla commercializzazione di sacchi non biodegradabili prima che, con l'ultimo decreto legge, il Governo fissasse lo standard EN 13423 come criterio per la biodegradazione.
Una seconda bordata agli oxo-degradabili è arrivata nei giorni scorsi dall'Assemblea annuale di EuPC, la federazione europea delle aziende che trasformano materie plastiche: sulla scorta di alcuni test condotti l'anno scorso, l'associazione ha chiesto di separare dal circuito di raccolta dei rifiuti plastici quelli in plastica degradabile e di mettere al bando i cosiddetti oxo-frammentabili. Questi materiali, già in percentuali intorno al 2% del peso dei rifiuti plastici avviati a riciclo, provocherebbero un elevato scadimento dei film estrusi con polietilene rigenerato.
EuPC afferma di aver condotto attraverso dei laboratori indipendenti 3.740 misurazioni su film ottenuti da 17 diverse miscele di rifiuti plastici. I risultati, secondo EuPC, mostrano chiaramente che già a partire da una concentrazione del 2% di plastica oxo-frammentabile nei rifiuti plastici avviati a riciclo si incomincia a notare un effetto estetico sul film, che ne comprometterebbe la qualità.
Lo studio sta proseguendo per valutare l'impatto sui film di altre bioplastiche presenti sul mercato "in modo da chiarire questa situazione ambigua".
Sempre secondo EuPC: "Le plastiche oxo-frammentabili non hanno un effetto ambientale positivo sugli attuali flussi dei rifiuti e andrebbero quindi vietate in Europa". Per la stessa ragione, plastiche degradabili e biodegradabili andrebbero raccolte in maniera differenziata per non inquinare la filiera del riciclo meccanico.