mercoledì 24 aprile 2013

IL RICICLO DELLA PLASTICA, su Affari e Finanza de LA REPUBBLICA

Finalmente dopo mesi di studi, ricerche ed eventi anche il riciclo industriale dei rifiuti speciali inizio, a pieno titolo, a far sentire la propria voce all'interno della bagarre mediatica del mondo ecologista alla ribalta.
E' di alcuni giorni fa, infatti, la pubblicazione sul sito di Repubblica dell'estratto della nostra ultima analisi del mercato delle materie plastiche a firma del giornalista Luca Palmieri. L'attenzione, in questo caso, è stata rivolta principalmente alla creazione di occupazione del settore anche se gli aspetti trattati dallo studio "Il riciclo della plastica" sono stati numerosi, dall'impatto ambientale ai quantitativi di rifiuti speciali trattati, fino alla spiegazione dell'attuale stato dell'arte della trasformazione delle materie plastiche.

In questo post ci permettiamo di riproporvi l'articolo da più parti segnalato:



Il riciclo della plastica vale 5.160 posti di lavoro

IL LIBRO BIANCO ELABORATO DAL CONSORZIO CARPI OFFRE UN CENSIMENTO COMPLETO. ACCADE PER LA PRIMA VOLTA CHE SI CONOSCANO VOLUMI, QUANTITÀ PER MATERIALI E IL NUMERO DI OCCUPATI. CONSIDERANDO L’INDOTTO LA CIFRA È DI 7.900 ADDETTI



Il riciclo della plastica è uno degli aspetti di maggior importanza nel campo dello smaltimento dei rifiuti, ma presenta ancora grandi difficoltà nel recupero dei dati statistici, visto che gli studi e le analisi effettuate fino a oggi si sono occupate esclusivamente dei rifiuti di imballaggio provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani. A colmare questo vuoto è arrivato il Libro Bianco “Il Riciclo della Plastica”, il primo studio interamente dedicato al mercato del riciclo dei rifiuti in plastica speciali, elaborato dal Consorzio Carpi (Consorzio autonomo riciclo plastica Italia) in collaborazione con Mattia Cai del Dipartimento Territorio e Sistemi Forestali dell’Università di Padova. La ricerca ha tre finalità principali. La prima è quella di offrire un quadro completo dei flussi di materie plastiche nell’economia Italiana, della loro composizione, della destinazione dei rifiuti a cui danno luogo e dei materiali frutto del loro riciclo. Si vuole poi presentare una rassegna delle principali problematiche di natura economica con le quali gli operatori della filiera del riciclo devono fare i conti e quindi esaminare il contributo allo sviluppo dell’economia italiana che i processi di recupero e riciclo della plastica offrono. Le imprese che fanno parte del settore possono essere suddivise in quattro settori: i raccoglitori, i riciclatori, i produttori e i sostenitori. Con circa 180 kt di rifiuti di plastica da imballaggio riciclate, nel 2011 il consorzio ha prodotto circa metà del riciclo indipendente di questo genere di materiali in Italia mentre i suoi raccoglitori hanno gestito circa 250 kt di rifiuti provenienti in larghissima parte dal territorio italiano. I rifiuti di imballaggio post-consumo rappresentano il valore principale dei volumi complessivamente trattati dal consorzio: nel 2011, le imprese del gruppo ne hanno raccolte 180 kt dalle quali; una volta tolto un 15% di scarto di materia registrato nella selezione dei rifiuti e durante il processo meccanico di riciclo, sono state ottenute oltre 150 kt di granulo per la realizzazione di imballaggi e altri manufatti. La seconda categoria di rifiuti riguarda i rifiuti di beni di plastica, dei quali nel 2011 le aziende hanno trattato circa 50 kt. In questo caso, le operazioni di raccolta sono concentrate principalmente in aree italiane fortemente volte all’agricoltura industriale. Infine, il terzo tipo di rifiuti raccolto e riciclato sono gli scarti di produzione industriale mai diventati prodotti finiti, più comunemente chiamati rifiuti preconsumo o “da diretta”. Questi rifiuti sono modesti per numero (circa 6 kt nel 2011), ma molto importanti per i riciclatori, perché rappresentano una materia prima paragonabile a quella vergine. Nel 2010 i lavoratori occupati nel settore della gestione dei rifiuti in Italia erano poco più di 135 mila, quelli del comparto del recupero e della preparazione per il riciclaggio circa 23 mila. Lo studio vuole però anche far comprendere che dall’attività e dal successo delle aziende dei rifiuti dipendono anche le imprese che ad esse forniscono materie prime, servizi e macchinari. I moltiplicatori occupazionali mostrano così chiaramente che, per ogni posto di lavoro creato in maniera diretta nel settore della gestione dei rifiuti, altri 1,74 posti di lavoro vengono creati in maniera indiretta. Sulla base della stima dell’occupazione diretta nel settore riciclo della plastica ricavata dai dati del consorzio Carpi, l’occupazione indiretta legata alla filiera del riciclo della plastica sarebbe conseguentemente di 3.280 unità. Nel complesso quindi, i posti di lavoro riconducibili direttamente o indirettamente alla filiera del riciclo della plastica in Italia sarebbero così circa 5.160. Infine, se si tiene conto degli effetti indotti (1,45 occupati indotti per ogni occupato diretto), il totale sale a poco più di 7.900 occupati. In base a questa analisi, al settore legato al riciclo indipendente, che gestisce 355 kt delle 745 kt complessivamente avviate al riciclo nel 2011, andrebbero attribuite quasi metà di questi occupati, circa 3.770 lavoratori. Le imprese del settore possono essere suddivise in quattro tipi: raccoglitori, riciclatori, produttori e sostenitori.

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