martedì 30 ottobre 2012

SVEZIA, COSI' EFFICIENTE DA IMPORTARE RIFIUTI!

Il riciclo meccanico, nel caso dei rifiuti di plastica, non può essere la sola soluzione alla gestione degli enormi quantitativi prodotti annualmente dai cittadini e da tutte le attività produttive collegate. Un esempio molto importante di gestione dei rifiuti è quella impiegata dalla Svezia in cui la politica di riciclo dei rifiuti è così efficiente che i termovalorizzatori sono a corto di materia prima. Questa è una dichiarazione di Catarina Ostlund dell'agenzia per la protezione ambientale svedese. Così il paese si è reso disponibile ad importare annualmente almeno 800.000 tonnellate immondizia dall'estero.

Napoli, non è "monnezza", è un aiuto per la Svezia
Nel 2010 la Svezia ha prodotto 465 kg di rifiuti urbani per ogni cittadino, l'Italia nello stesso anno è arrivata a 531 kg. I termovalorizzatori svedesi hanno un'importanza quasi vitale nell'economia del paese: generano il 20% del riscaldamento per 250.000 abitazioni svedesi ed edifici commerciali, con questo dato si può dedurre il motivo di tanto interesse per i rifiuti altrui.
Solo il 4% dei rifiuti urbani viene buttato. Il 36% viene riciclato o riutilizzato. In confronto, la media UE e' del 25% (italia 21%). Il 49% dei rifiuti finisce negli inceneritori per la produzione di energia: si tratta del dato più alto in Europa, dopo la Danimarca, contro la media europea del 22%.

martedì 23 ottobre 2012

LA DIFESA DEI SACCHETTI DI PLASTICA

I sacchetti di plastica da anni sono indicati come uno dei rifiuti più diffusi e dannosi tra quelli in circolazione. Negli Stati Uniti diverse città li hanno messi al bando negli ultimi mesi ma in California i sacchetti di plastica hanno trovato un difensore, racconta il Wall Street Journal, ed è un difensore atipico. Si chiamata Stephen Joseph e non è affatto una persona disinteressata all’inquinamento e alle sorti del pianeta: è un attivista, è democratico, fa lobbying in favore delle energie rinnovabili, è noto per aver costretto nel 2003 la Kraft a eliminare gli acidi grassi insaturi dai biscotti Oreo e per aver fatto causa a McDonald’s nel 2005 accusandola di scarsa trasparenza. Da qualche tempo dirige un sito che si chiama SaveThePlasticBag.com, salvate i sacchetti di plastica. I suoi amici e colleghi dicono che non lo riconoscono più.
Joseph fa propaganda a favore dei sacchetti di plastica e sostiene che abolirli fa aumentare la diffusione dei sacchetti di carta, che a suo dire sono molto dannosi per l’ambiente. Il punto di Joseph è questo: i sacchetti di plastica fanno male all’ambiente come un sacco di altri prodotti, tra cui i sacchetti di carta, che non ci sogniamo di abolire. Gli studi finanziati dall’industria della carta accusano i sacchetti di plastica; gli studi finanziati dall’industria della plastica accusano i sacchetti di carta. Bisogna scegliere il male minore.


Produrre sacchetti di carta, infatti, richiede più risorse e genera più emissioni di gas serra rispetto a produrre sacchetti di plastica. Joseph, inoltre, contesta l’esistenza dei famigerati agglomerati di sacchetti di plastica nell’oceano, accusa i gruppi anti-plastica di diffondere informazioni false o inaccurate e di ignorare i problemi collegati ai sacchetti di carta. Ha fatto causa a diverse città californiane che hanno emesso divieti sui sacchetti di plastica e ha minacciato di fare altrettanto con Santa Clara County, San Diego, Santa Monica, Mountain View, Morgan Hill, Palo Alto e San José, che si stanno muovendo nella stessa direzione. L’esito delle cause non è del tutto scontato: nel febbraio del 2009 Joseph ha vinto una causa contro Manhattan Beach. Altre città hanno commissionato degli studi i cui risultati invitano alla prudenza: ridurre i sacchetti di plastica può far aumentare le emissioni di gas serra. Alla fine della fiera, non è chiaro cosa faccia peggio all’ambiente.
Joseph sostiene che i sacchetti di plastica facciano meno male di quelli di carta ma sa che la sua è una battaglia persa. I sacchetti di plastica sono uno dei massimi simboli dell’inquinamento e lui si limita a dire che quelli di carta inquinano ancora di più: ma anche se produrre i sacchetti di carta dovesse comportare maggiori emissioni di gas serra, il problema della biodegradabilità non è aggirabile. Lui però tira dritto, le prova tutte, ogni tanto qualcuna gli riesce: e pazienza se i suoi amici ed ex colleghi non lo riconoscono più.

Per altre fonti:


martedì 16 ottobre 2012

FISHING NETS: TRAWLING FOR A SUSTAINABLE SOLUTION

Fishermen are often accused of being the worst polluters of the world's oceans. Whether this criticism is accurate or not, Norsk Fiskeriretur AS (Nofir for short) is doing something about it: it is one of the first companies dedicated solely to recycling fishing industry debris. The Norwegian firm collects and sorts "plastics from sea" along the country's coastline. 
Fishing nets (reti da pesca)

I pescatori sono spesso accusati di essere i peggiori inquinatori degli oceani. A prescindere se questa cosnisderazione sia esatta o meno, l'azienda Norsk Fiskeriretur AS (in breve Nofir) sta facendo qualcosa per ovviare al problema dell'inquinamento marino diventando una delle prima aziende a indirizzando interamente la sua attività nel riciclo delle reti industriali da pesca. L'azienda norvegese raccoglie e seleziona le "plastiche dal mare" lungo tutta la costa nazionale.

lunedì 8 ottobre 2012

II° MEETING DEL CONSORZIO AUTONOMO DEI RICICLATORI DI PLASTICA

Rifiuti Speciali? No, noi siamo normali! è il titolo del secondo meeting organizzato dal Consorzio CARPI per favorire, e così incrementare, lo spirito collaborativo e di squadra che contraddistingue le aziende impegnate nella raccolta e riciclo dei rifiuti di plastica. 

L'evento si è svolto durante la giornata di venerdì 19 Ottobre presso il centro convegni dell'Air Hotel di Milano adiacente all'areoporto internazionale di Linate. L'appuntamento è stato un importante momento di confronto tra i principali attori del settore e un annuale punto di riferimento e di conoscenza tra i vecchi e nuovi soci del Consorzio. Oltre a discutere e ad accogliere gli sviluppi dell'operato svolto dallo staff del CARPI, il meeting ha rappresentanto un momento di discussione riguardo i principali problemi che attanagliano il settore quali il costante aumento dei costi di approvvigionamento per l'energia elettrica, la mancanza di rifiuti di plastica da riciclare e l'assenza di uno sviluppo comunicativo dei valori della filiera.


Per conoscere e chiedere informazioni riguardo il riciclo degli imballaggi e manufatti di plastica contatta l'indirizzo email raggiungibile attraverso il sito ufficiale: www.consorziocarpi.com 

PACKAGING CAN BE SEXY AND TALENTED!

From the survey carried out by OpinionWay for the Emballage trade show, packaging is considered a "solved paradox" which can reconcile all opposites: sexy and talented, beautiful and useful, cheap and pleasant for consumer's greatest satisfaction.

Symbol of our consumer society related to its hyper-presence - on the supermarket shelves as well as at home, and even more after using it, where immediately becomes waste - packaging is often under accusation: raw material and space waste, product waste if emptied incorrectly. All "defects" that make us forget nowadays packaging vital strenght points: allows 100% safe transport; protect before consumption, give information transparently and much more. 
Packaging has to be smart, where smart means intelligent and all-purpose, so able to mix different dimensions of packaging, which "once upon a time" were lived separately.
Food packaging


PER GLI EUROPEI L'IMBALLAGGIO PUO' ESSERE SEXY E VIRTUOSO!

Dal sondaggio realizzato da OpionioWay per il salone Emballage, l'imballaggio è considerato un "paradosso risolto" che può riconciliare tutti i contrari: sexy e virtuoso, bello e utile, economico e piacevole...per lo più grande soddisfazione del consumatore

Simbolo della nostra società dei consumi in ragione della sua iper-presenza - negli scaffali dei supermercati così come in casa, e ancor più che dopo il suo utilizzo diventa subito rifiuto - l'imballaggio è spesso sotto accusa: speco di materia prima e di spazio, spreco di prodotto se svuotato male. Tutti i "difetti" che fanno dimenticare i punti di forza essenziali dell'imballaggio d'oggi: consente il trasporto in tutta sicurezza, protegge prima del consumo, informa in modo trasparente e molto altro. 
L'imballaggio deve essere smart, dove per smart si intende intelligente e polivalente, capace cioè di mischiare diverse dimensioni del packaging che un tempo venivano vissute separatamente.

BM, Beverage Machines, pp. 20-21