Carpi, il Consorzio Autonomo Riciclo Plastica Italia, è
un'ente nato nel 2007. E' composto da 30 aziende che si occupano della
raccolta, riciclo e produzione di materie plastiche provenienti da
superficie privata. "Ricicliamo già il 50% della quota italiana"
spiegano "ma il sistema si chiude alla concorrenza"
"Vogliamo cambiare le cose. Siamo sussidiari al sistema vigente nel settore del riciclo della plastica in Italia".
Si presenta così il Carpi, il Consorzio Autonomo Riciclo Plastica Italia. Carpi
è un consorzio di servizi composto, al momento, da 30 aziende che si
occupano della raccolta, riciclo e produzione di materie plastiche
provenienti da superficie privata, non i rifiuti di plastica urbani, che rimangono di competenza dei comuni e del sistema consortile nazionale.
"Siamo partiti nel 2007 con 9 riciclatori" spiega Gianfranco Picinali, presidente del Consorzio "ora ricicliamo il 50% dei rifiuti da imballaggio di plastica secondari e terziari".
"Se l'Italia, attraverso il Conai, riesce a raggiungere il 26% di
riciclaggio imposto dalle direttive europee è grazie a noi" aggiunge Alfeo Mozzato, direttore generale di Carpi "al momento, nonostante tutte le difficoltà superiamo il 50% della plastica che viene riciclata in Italia".
"Questo senza mai sottovalutare l'aspetto ambientale" aggiunge Mozzato "effettuiamo il più possibile il lavoro a km zero.
Con un gioco di squadra tra i nostri riciclatori garantiamo sempre che
il riciclaggio avvenga nel luogo più vicino possibile a quello di
consumo".
Il consorzio, fondato nel 2007 a Zero Branco, in provincia di Treviso, è gestore del sistema Pari
(Piano per la gestione autonoma dei rifiuti da imballaggio). "Si
tratta" spiegano i dirigenti di Carpi "del primo sistema di gestione
autonoma dei propri rifiuti di imballaggio in plastica. Al di fuori del
sistema Conai assicuriamo a un produttore di imballaggi la corretta
gestione dei rifiuti. L'azienda si affida a noi nella nostra triplice
veste di produttore di imballaggi, raccoglitore e riciclatore di
rifiuti. E noi garantiamo loro un risparmio notevole rispetto a quelle
che sono le tariffe imposte a livello nazionale".
Il Consorzio Carpi denuncia però le difficoltà tra cui è costretto a
muoversi nel sistema legislativo italiano. "Più volte abbiamo
manifestato le nostre perplessità nei confronti del modo in cui si sta
delinenando il comparto" continuano i dirigenti di Carpi "Soprattutto
alla luce dell'inserimento nel decreto Liberalizzazioni dell'articolo
26".
Si tratta dell'articolo rubricato come "Misure in favore della
concorrenza nella gestione degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggio
e per l'incremento della raccolta e recupero degli imballaggi".
Un decreto che, denunciano, "ostacola lo sviluppo di una libera
concorrenza nel mercato della produzione e recupero degli imballaggi. In
fase di discussione dell'articolo, dando piena attuazione alle
direttive comunitarie, il governo Monti proponeva misure che avrebbero
consentito al singolo produttore di imballaggi, anche in forma
collettiva, di operare al di fuori del sistema in vigore".
Insomma, sostengono, si sarebbe favorita la concorrenza, anche a
vantaggio dei cittadini che avrebbero visto i prezzi del prodotto al
consumo ridotti.
"Nella fase successiva di discussione del Dl Liberalizzazioni" conclude
il presidente di CARPI Picinali "questa proposta è scomparsa. Questo
nonostante l'Ue e l'Antitrust avevano più volte invitato il governo a
introdurre la concorrenza nel settore. Si è persa l'ennesima opportunità
per impedire che gli interessi di pochi prevalessero sul vantaggio di
molti. Ci confermiamo, purtroppo, un unicum in Europa".
Fonte:Eco dalle città
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