lunedì 2 aprile 2012

CONFERENZA STAMPA: "Noi, sussidiari al sistema in vigore"





Carpi, il Consorzio Autonomo Riciclo Plastica Italia, è un'ente nato nel 2007. E' composto da 30 aziende che si occupano della raccolta, riciclo e produzione di materie plastiche provenienti da superficie privata. "Ricicliamo già il 50% della quota italiana" spiegano "ma il sistema si chiude alla concorrenza"
 "Vogliamo cambiare le cose. Siamo sussidiari al sistema vigente nel settore del riciclo della plastica in Italia".
Si presenta così il Carpi, il Consorzio Autonomo Riciclo Plastica Italia. Carpi è un consorzio di servizi composto, al momento, da 30 aziende che si occupano della raccolta, riciclo e produzione di materie plastiche provenienti da superficie privata, non i rifiuti di plastica urbani, che rimangono di competenza dei comuni e del sistema consortile nazionale.
"Siamo partiti nel 2007 con 9 riciclatori" spiega Gianfranco Picinali, presidente del Consorzio "ora ricicliamo il 50% dei rifiuti da imballaggio di plastica secondari e terziari".
"Se l'Italia, attraverso il Conai, riesce a raggiungere il 26% di riciclaggio imposto dalle direttive europee è grazie a noi" aggiunge Alfeo Mozzato, direttore generale di Carpi "al momento, nonostante tutte le difficoltà superiamo il 50% della plastica che viene riciclata in Italia".
"Questo senza mai sottovalutare l'aspetto ambientale" aggiunge Mozzato "effettuiamo il più possibile il lavoro a km zero. Con un gioco di squadra tra i nostri riciclatori garantiamo sempre che il riciclaggio avvenga nel luogo più vicino possibile a quello di consumo".
Il consorzio, fondato nel 2007 a Zero Branco, in provincia di Treviso, è gestore del sistema Pari (Piano per la gestione autonoma dei rifiuti da imballaggio). "Si tratta" spiegano i dirigenti di Carpi "del primo sistema di gestione autonoma dei propri rifiuti di imballaggio in plastica. Al di fuori del sistema Conai assicuriamo a un produttore di imballaggi la corretta gestione dei rifiuti. L'azienda si affida a noi nella nostra triplice veste di produttore di imballaggi, raccoglitore e riciclatore di rifiuti. E noi garantiamo loro un risparmio notevole rispetto a quelle che sono le tariffe imposte a livello nazionale".
Il Consorzio Carpi denuncia però le difficoltà tra cui è costretto a muoversi nel sistema legislativo italiano. "Più volte abbiamo manifestato le nostre perplessità nei confronti del modo in cui si sta delinenando il comparto" continuano i dirigenti di Carpi "Soprattutto alla luce dell'inserimento nel decreto Liberalizzazioni dell'articolo 26".
Si tratta dell'articolo rubricato come "Misure in favore della concorrenza nella gestione degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggio e per l'incremento della raccolta e recupero degli imballaggi".
Un decreto che, denunciano, "ostacola lo sviluppo di una libera concorrenza nel mercato della produzione e recupero degli imballaggi. In fase di discussione dell'articolo, dando piena attuazione alle direttive comunitarie, il governo Monti proponeva misure che avrebbero consentito al singolo produttore di imballaggi, anche in forma collettiva, di operare al di fuori del sistema in vigore".
Insomma, sostengono, si sarebbe favorita la concorrenza, anche a vantaggio dei cittadini che avrebbero visto i prezzi del prodotto al consumo ridotti.
"Nella fase successiva di discussione del Dl Liberalizzazioni" conclude il presidente di CARPI Picinali "questa proposta è scomparsa. Questo nonostante l'Ue e l'Antitrust avevano più volte invitato il governo a introdurre la concorrenza nel settore. Si è persa l'ennesima opportunità per impedire che gli interessi di pochi prevalessero sul vantaggio di molti. Ci confermiamo, purtroppo, un unicum in Europa".

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