martedì 10 dicembre 2013

FISCO ED ECCESSIVI COSTI ENERGETICI MINACCIANO IL RICICLO DELLA PLASTICA

Impianto di triturazione della plastica
Raccolta differenziata e riciclo industriale della plastica e degli altri materiali girano a due velocità totalmente differenti. Mentre la prima, guidata da logiche burocratiche e di poteri pubblici, stenta a decollare il secondo è un settore all'avanguardia in Italia che lo rendono unico in Europa: siamo primi infatti in alcuni ambiti strategici quali il recupero industriale di metalli, carta, plastica, vetro, legno, tessili, gomma, principalmente derivanti da superfici private quali industrie, centri commerciali, magazzini e attività artigianali. 

Estrusione della plastica riciclata

Stando ai dati del Rapporto Green Italy di Unioncamere, su 163 milioni di tonnellate avviate a recupero industriale in Europa, 24,1 sono quelle della sola Italia, più della Germania (22,4 milioni). Aggiungendo alla lista dei rifiuti recuperati anche quelli chimici, i fanghi e alcune altre tipologie (ad esclusione di minerali e vegetali), l'Italia ottiene comunque un 2° posto, stavolta alle spalle della Germania. E' questo il quadro dell'Italia che recupera emerso tracciato dal nuovo dossier del Gruppo Hera, dedicato proprio al legame tra filiera del recupero e green economy.
A minacciare questa eccellenza ci stanno pensando alcune politiche illogiche portate avanti dagli attuali governi italiani in termini di elevati costi di approvvigionamento dell'energia elettrica e rincaro fiscale sull'attività di impresa.

Fonte originaria dell'articolo:
http://www.ingegneri.info/hera-l-italia-del-recupero-nell-industria-caso-unico-in-europa_news_x_20151.html

L'EUROPARLAMENTO VUOLE INCREMENTARE IL RICICLO DELLA PLASTICA

Dopo gli annunci di questi mesi l'Europa prova a cambiare rotta facendo approvare nei giorni scorsi dalla commissione Ambiente, salute pubblica e sicurezza alimentare dell'Europarlamento una proposta di risoluzione per il varo di una nuova strategia comunitaria in materia di riciclo della plastica.

Europarlamento durante una seduta 
In primo piano, c'è la necessità di una apposita normativa dell'Ue. A questo proposito è da sottolineare che circa il 40% dei rifiuti proviene dagli imballaggi e che senza una revisione della Direttiva in materia, risalente ormai al 1994, non si è in grado di affrontare il problema. La relazione approvata punta, quindi, all'introduzione di norme sulla progettazione ecologica che consentano la raccolta e la cernita dei rifiuti per un riciclaggio efficiente, utilizzando nuove tecnologie come infrarossi ed etichettature specifiche e materiali riciclabili. I consumatori devono essere in grado di sapere se la plastica che acquistano è riciclabile, compostabile, biodegradabile o recuperabile, al fine di facilitare il processo di cernita. L'eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione, ha sottolineato l'importanza della proposta di risoluzione: «Si tratta di un documento di fondamentale importanza per il futuro ambientale dell'Unione, con al centro l'impegno di rendere realtà gli imperativi di riciclare la plastica e andare verso la dismissione delle discariche».(Energia24)

mercoledì 4 dicembre 2013

NUOVA RISOLUZIONE UE SUL RICICLO DELLE PLASTICHE

E’ stata approvata il 27 novembre scorso dalla Commissione Ambiente del Parlamento Europeo la risoluzione su “una strategia europea per i rifiuti di plastica nell’ambiente”, dove si chiedono interventi per il contenimento e la riciclabilità dei rifiuti in materiale plastico.
La risoluzione, nonostante non sia ancora vincolante per mancanza di delibera del Parlamento Europeo, è di notevole importanza in quanto per la prima volta viene sottolineata nell'emiciclo di Strasburgo la necessità che la normativa dell'UE sui rifiuti di plastica definisca: 

- obiettivi specifici per la raccolta e la cernita nonché criteri obbligatori per la riciclabilità (chiarendo le distinzioni tra riciclaggio meccanico/organico e recupero/incenerimento, con l'intento di raggiungere una percentuale di plastica riciclata pari almeno al 75% entro il 2020);

- un'etichettatura specifica dei materiali che informi i consumatori in merito alla riciclabilità meccanica od organica degli stessi e, infine, criteri per la sostituzione dei prodotti di plastica monouso o caratterizzati da un ciclo di vita breve con materiali riutilizzabili e più duraturi;

- ritiene che le plastiche più pericolose, ovvero le più dannose per la salute umana e per l'ambiente (come le microplastiche e le plastiche oxo-biodegradabili), e quelle che contengono metalli pesanti, altresì in grado di rendere più difficoltosi i processi di riciclaggio, debbano essere gradualmente eliminate dal mercato oppure direttamente messe al bando il più presto possibile entro il 2020; 

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martedì 26 novembre 2013

TURNING PLASTICS SCRAP INTO OIL: THREAT OR OPPORTUNITY?

Petrogas is currently constructing its first system for the conversion of scrap plastics into oil. This three-line installation at Grossenhain in Germany will have an annual capacity of 15000 tonnes and comes with a price tag of roughly Euro 24 milion. This is a steep downpayment - but on a "rather lucrative" enterprise, says the company's sales director Edwin Hoogwerf. "Production costs are about 27 Euro cents per litre provides a healthy margin". 

This approach comprises a shredding process, followed by purification, melting and vaporisation. The vapour is subsequently collected and cooled, resulting in several types of oil - although diesel oil is said to be the "key product".

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martedì 19 novembre 2013

SHOPPER: POSIZIONE OPPOSTE DOPO LA MESSA AL BANDO

La proposta della Commissione Europea di limitare la produzione e vendita di sacchetti leggeri monouso in plastica attraverso un emendamento alla Direttiva Imballaggi (94/62/CE) è stata accolta con favore dagli ambientalisti e, con alcuni distinguo, dalla filiera delle bioplastiche. Non è invece piaciuta ai produttori tedeschi di packaging in plastica e alla federazione europea dei trasformatori, EuPC.

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martedì 15 ottobre 2013

STOP BURNING YOUR MONEY!

There were shouts of ‘Urgh!’ and ‘That’s disgusting!’ this week in Lyric Square, along with stares from inquisitive residents doing their shopping and workers on their lunch breaks, as they passed a six-foot tall box filled to the top with rubbish.
The clear, plastic box stood in the square on Tuesday and contained waste collected from the rubbish bins and off the street in a half a mile stretch between Hammersmith Broadway and Hammersmith Town Hall in King Street.
Street cleaners from Serco, the council’s contractor, had to only make two visits to the box before it was completely full.
Around 30 bags were put into the box over an eight hour period to show how much rubbish is thrown away every day and to demonstrate that the majority of it could actually be easily recycled – if the right items, like drinks’ cans, plastic bottles and newspapers, had been put in the correct bin.
Officers from the council were on hand to speak to residents and listen to their suggestions on how to get more people recycling correctly, as well as hand out leaflets reminding people what items they can and can’t recycle.


For more information on the campaign visit www.lbhf.gov.uk/cleanest and to find out what you can and can't recycle, visit www.lbhf.gov.uk/recycle.

lunedì 14 ottobre 2013

PUBBLICATE LINEE GUIDA COMUNI PER IL RICICLO DELLA PLASTICA

Con piacere pubblichiamo un articolo uscito su Ambientequotidiano.it riguardante la mancanza di un modello universale per il riciclo delle materie plastiche. Questo gap è stato colmato dalla relazione congiunta tra L’Istitute of Scrap Recycling Industries (ISRI) el’Association of Postconsumer Plastic Recyclers (APR). 

Qui sotto parte dell'articolo, per leggerlo tutto cliccate qui:

Il settore del riciclo della plastica è da sempre caratterizzato da problemi di eterogeneità. È mancato un modello unico che standardizzasse le procedure operative da adottare da parte delle aziende operanti in tale ambito. Questa situazione oggi trova una soluzione grazie al modello elaborato dalla task force attraverso un modello efficiente e facile da applicare.
Individuando una serie di norme–quadro riferibili al settore, il documento prodotto dalla task force, affronta dunque la spinosa questione dell’eterogeneità dei rifiuti differenziati e delle materie seconde, ovvero materie di scarto ricavate dal processo di riciclo che possono essere reintrodotte nuovamente nei processi produttivi.
A testimoniare la soddisfazione dei risultati vi è la dichiarazione del presidente dell’ISR Robin Wiener, il quale ha dichiarato: “ Con la messa a punto di norme specifiche adesso tutti nel settore del riciclo di materie plastiche parleranno la stessa lingua. È la prima volta che una collaborazione di questo tipo individua parametri capaci di mettere d’accordo acquirenti e venditori.”
Fonte: ambientequotidiano.it