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lunedì 20 gennaio 2014

Rifiuti in plastica: il Parlamento europeo chiede a gran voce l'incremento del riciclo

Il Parlamento di Strasburgo ha approvato una risoluzione che invita a considerare i rifiuti in plastica non più come semplici "scarti" ma come una risorsa da destinare al recupero e al riciclo, chiedendo alla Commissione europea di elaborare al più presto una strategia organica, severa e stringente per ridurre la loro dispersione nell'ambiente.

L'obiettivo è di portare all'80% il recupero della plastica in circolazione rispetto all'attuale 25%. Per fare questo gli eurodeputati si sono espressi in favore dell'esclusione dal mercato, entro il 2020, delle plastiche potenzialmente nocive alla salute e dei sacchetti usa-e-getta e per un aggiornamento complessivo della normativa sul packaging.

L'eurodeputato italiano e relatore del provvedimento, Vittorio Prodi, aggiunge: "Oggi abbiamo dichiarato di voler cambiare le nostre cattive abitudini e di assumerci la piena responsabilità dei nostri prodotti, dal momento in cui vengono realizzati fino al loro smaltimento finale. Recuperando e riciclando il più possibile, chiudiamo il cerchio e diamo finalmente un senso compiuto al concetto di 'economia circolare'. Questa strategia contribuirà a ripulire i nostri mari e le nostre terre, creando, nello stesso tempo, più opportunità di lavoro".

Secondo gli europarlamentari, rendere più specifica e stringente la legislazione europea potrebbe condurre, ogni anno, al risparmio di 72 miliardi di euro e alla creazione di oltre 400.000 posti di lavoro da qui al 2020.

Fonte:
GreenBiz, Ansa, Euronews            

martedì 10 dicembre 2013

L'EUROPARLAMENTO VUOLE INCREMENTARE IL RICICLO DELLA PLASTICA

Dopo gli annunci di questi mesi l'Europa prova a cambiare rotta facendo approvare nei giorni scorsi dalla commissione Ambiente, salute pubblica e sicurezza alimentare dell'Europarlamento una proposta di risoluzione per il varo di una nuova strategia comunitaria in materia di riciclo della plastica.

Europarlamento durante una seduta 
In primo piano, c'è la necessità di una apposita normativa dell'Ue. A questo proposito è da sottolineare che circa il 40% dei rifiuti proviene dagli imballaggi e che senza una revisione della Direttiva in materia, risalente ormai al 1994, non si è in grado di affrontare il problema. La relazione approvata punta, quindi, all'introduzione di norme sulla progettazione ecologica che consentano la raccolta e la cernita dei rifiuti per un riciclaggio efficiente, utilizzando nuove tecnologie come infrarossi ed etichettature specifiche e materiali riciclabili. I consumatori devono essere in grado di sapere se la plastica che acquistano è riciclabile, compostabile, biodegradabile o recuperabile, al fine di facilitare il processo di cernita. L'eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione, ha sottolineato l'importanza della proposta di risoluzione: «Si tratta di un documento di fondamentale importanza per il futuro ambientale dell'Unione, con al centro l'impegno di rendere realtà gli imperativi di riciclare la plastica e andare verso la dismissione delle discariche».(Energia24)

mercoledì 4 dicembre 2013

NUOVA RISOLUZIONE UE SUL RICICLO DELLE PLASTICHE

E’ stata approvata il 27 novembre scorso dalla Commissione Ambiente del Parlamento Europeo la risoluzione su “una strategia europea per i rifiuti di plastica nell’ambiente”, dove si chiedono interventi per il contenimento e la riciclabilità dei rifiuti in materiale plastico.
La risoluzione, nonostante non sia ancora vincolante per mancanza di delibera del Parlamento Europeo, è di notevole importanza in quanto per la prima volta viene sottolineata nell'emiciclo di Strasburgo la necessità che la normativa dell'UE sui rifiuti di plastica definisca: 

- obiettivi specifici per la raccolta e la cernita nonché criteri obbligatori per la riciclabilità (chiarendo le distinzioni tra riciclaggio meccanico/organico e recupero/incenerimento, con l'intento di raggiungere una percentuale di plastica riciclata pari almeno al 75% entro il 2020);

- un'etichettatura specifica dei materiali che informi i consumatori in merito alla riciclabilità meccanica od organica degli stessi e, infine, criteri per la sostituzione dei prodotti di plastica monouso o caratterizzati da un ciclo di vita breve con materiali riutilizzabili e più duraturi;

- ritiene che le plastiche più pericolose, ovvero le più dannose per la salute umana e per l'ambiente (come le microplastiche e le plastiche oxo-biodegradabili), e quelle che contengono metalli pesanti, altresì in grado di rendere più difficoltosi i processi di riciclaggio, debbano essere gradualmente eliminate dal mercato oppure direttamente messe al bando il più presto possibile entro il 2020; 

Per saperne di più clicca qui

martedì 19 novembre 2013

SHOPPER: POSIZIONE OPPOSTE DOPO LA MESSA AL BANDO

La proposta della Commissione Europea di limitare la produzione e vendita di sacchetti leggeri monouso in plastica attraverso un emendamento alla Direttiva Imballaggi (94/62/CE) è stata accolta con favore dagli ambientalisti e, con alcuni distinguo, dalla filiera delle bioplastiche. Non è invece piaciuta ai produttori tedeschi di packaging in plastica e alla federazione europea dei trasformatori, EuPC.

Per continuare a leggere l'articolo cliccate qui

venerdì 11 ottobre 2013

Riciclo plastica: CARPI se ne occupa

Il valore della filiera del riciclo della plastica è CARPI che lo rappresenta e lo difende. Si tratta del maggior consorzio nel settore imballaggi terziari, ha 33 aziende associate e Gianfranco Picinali, il presidente, già anticipa che ci saranno new entries interessanti. E avvisa l’Italia: “Se vogliamo raggiungere gli obiettivi comunitari le cose dovranno gradualmente cambiare. Ci vuole una liberalizzazione nel nostro settore”.

Leggi l'intervista su: Ideegreen


martedì 28 maggio 2013

IMBALLAGGI DI PLASTICA: VISIONI CONTRAPPOSTE


Il comparto degli imballaggi in plastica regge alla crisi e conferma i buoni risultati operativi degli anni precedenti. Il riciclo, poi, si rivela vincente anche in periodo di crisi perché produce valore: sono 96,6 milioni di euro i ricavi derivanti dalla vendita alle imprese di riciclo dei rifiuti selezionati a valle della raccolta differenziata (30% dei ricavi complessivi), con un calo del 17,4% rispetto al 2011, causato dalla contrazione dei prezzi nella difficile congiuntura vissuta dalla stessa industria del riciclo.
Riciclare i rifiuti di plastica, oltre a creare ricchezza, consente di evitare costi di smaltimento: nel 2012  più di 36 milioni di euro di questi costi, infatti, sono stati evitati alla collettività generando un beneficio netto complessivo pari a 245 milioni di euro.
Se il riciclo e la raccolta di rifiuti di plastica non sembra sentire fortemente la crisi economica come altri settori chiave dell'industria italiana, lo stesso non si può dire per l'industria di produzione degli imballaggi. 

Nel 2012 sono state utilizzate per la produzione di imballaggi plastici in Italia poco meno di 2.8 milioni di tonnellate di polimeri vergini. I quantitativi aumentano di circa un milione se vengono compresi additivi, plastiche da riciclo e altri materiali. Questi dati vanno a confermare la generale crisi manifatturiera italiana che nello stesso anno va a registrare un ulteriore -6,3%. Le cause imputabili sembrano essere la perdita di competitività, alta tassazione, inefficienze strutturali del "sistema Italia" e debito pubblico. Refoli di crisi spirano anche nella solida economia tedesca, con un cambio di segno - nel settore manifatturiero - particolarmente significativo nel quarto trimestre del 2012. E' presto per parlare di crisi, ma certo gli indicatori non sono positivi.
La produzione di materie plastiche in Germania è scesa l'anno scorso del 3,4% a 19,5 milioni di tonnellate, secondo quanto riferisce la sede tedesca di PlasticsEurope, federazione europea delle aziende del settore.
Il giro d'affari è invece sceso solo di mezzo punto percentuale a 25,1 miliardi di euro, in parte a causa della flessione del mercato interno (-0,2%), dove il fatturato ha toccato 10,9 miliardi di euro. Le vendite all'estero si sono fermate a 14,2 miliardi (-0,8%). L'occupazione è scesa dell'1,8% - per un totale di 37.200 addetti - mentre i prezzi hanno mostrato una crescita media nel periodo del +2,9%.
La bilancia commerciale delle materie plastiche tedesche si conferma positiva, con un surplus di 3,7 milioni di tonnellate, pari a 7,9 miliardi di euro. Ciò grazie ad un export 12 milioni di tonnellate (22,5 miliardi euro in valore), cresciuto dello 0,5% in volume, e importazioni per 8,3 milioni di tonnellate (14,6 miliardi di euro), scese invece dello 0,4%. L'Unione Europea resta per i produttori tedeschi di plastiche il principale mercato estero, con oltre il 70% di export (contro l'87% delle importazioni): i principali paesi di destinazione sono Italia, Francia, Polonia e Benelux.
Per quanto concerne la destinazione delle plastiche trasformate nel paese, al primo posto spicca l'imballaggio con il 35%, seguito da edilizia e costruzioni con il 23% del totale. L'auto assorbe invece circa il 10% dei volumi trasformati e il comparto elettrico elettronico un ulteriore 6%.
Le stime per il 2013 indicano una lieve ripresa dei volumi produttivi, attesi in crescita dell'1,5%.

martedì 7 maggio 2013

TUTTA LA PRESSIONE DELLA CRISI ECONOMICA SUL RICICLO


Secondo CONAI il riciclo degli imballaggi segue l'andamento del ciclo economico del nostro paese. Questa affermazione potrebbe risultare completa se non fosse che i minor quantitativi di rifiuti riciclati hanno riguardato materiali come il legno, passato da 1,27 a 1,05 milioni di tonnellate riciclate (-17,1%), e l'acciaio (-5,6%) nel periodo 2011 e 2012.
Sempre il CONAI aggiunge che il segno rosso dell'immesso al consumo degli imballaggi sia imputabile in minima parte agli imballaggi primari (-2,2%) e in larga parte agli imballaggi commerciali e industriali (-4,5%). Questa dichiarazione sottolinea ancora una volta l'estrema importanza del riciclo indipendente (che si occupa solo del riciclo di rifiuti speciali da attività commerciali e industriali) nel raggiungimento degli obiettivi comunitari. Obiettivi, questi, che con la sola raccolta differenziata e conseguente messa all'asta dei rifiuti da parte del sistema consortile, non sarebbe lontanamente sufficiente al raggiungimento degli obiettivi comunitari di riciclo.
E' importante sottolineare, infatti, come l'aumento delle percentuali di raccolta differenziata nella penisola non abbiano fatto combaciare un conseguente e parallelo aumento delle quote di rifiuti riciclati. Forse il dispendioso sistema a carico di Comuni e cittadini voluto dal governo centrale non è così conveniente come vogliono farci credere?
L'attuale flessione nel riciclo di materiali come legno e acciaio e altri imballaggi industriali non è imputabile alla sola crisi economica ma alla trasformazione in atto da almeno 5 anni nella nostra economia. Da Paese produttore e manifatturiero ci siamo trasformati in Paese trasformatore di materie prime in prodotti destinati all'estero e/o trader di mercato per l'economia europea e mediterranea. Questo cambiamento è in corso dagli anni 2007-2008. Risulta molto strano che CONAI non ne abbia ancora preso visione. Non può essere, quindi, la sola crisi economica a guidare il minor immesso a consumo di imballaggi ma il strutturale cambiamento avvenuto nella nostra economia. 
Tornando alle dichiarazioni di CONAI, non è chiaro perché un minor immesso al consumo dovrebbe coincidere con minor quantitativi di rifiuti riciclati. La connessione non è per nulla automatica e collegata. La verità è che alcuni materiali stanno soffrendo di almeno tre fattori:

- surplus di materiale riciclato non collocabile;
- minor impianti di riciclo presenti sul territorio italiano;
- minor convenienza nel riciclare alcuni materiali.

riciclo imballaggi

Non è un caso che, sempre citando CONAI, la plastica (la quale trova i suoi principali impieghi nel settore industriale e commerciale) non abbia risentito minimamente della crisi dei consumi italiani, registrando un +1.1% nella quota di riciclo nel corso del 2011 e 2012 nonostante l'immesso al consumo sia sceso del -1,1%.

Da anni il Consorzio CARPI cerca di far sapere al vasto pubblico che i rifiuti sono una risorsa economica ancora prima che ambientale, e che in assenza di una concreta convenienza economica nessun operatore di mercato è intenzionato a riciclare ed investire tecnologia e risorse in un settore in cui la materia prima seconda riciclata non trova adeguato piazzamento sul mercato della trasformazione. Questo tipo di sensibilizzazione non dovrebbe spettare solo a noi...

martedì 10 luglio 2012

RICICLO, SUGLI IMBALLAGGI INDUSTRIALI L'ITALIA E' AI VERTICI

recycle - autore: Keith WilliamsonL’industria del riciclo italiano è all’avanguardia a livello europeo, almeno nel settore degli imballaggi. E negli ultimi undici anni ha portato al Paese un risparmio pari a 9,3 miliardi di euro, l’importo di una piccola manovra Finanziaria. Lo rivela il rapporto “L’industria italiana del riciclo tra competizione internazionale e politiche nazionali”, realizzato da Althesys.

Chi realmente ricicla i nostri rifiuti sono le aziende di riciclo (società nella maggior parte dei casi di diritto privato) che annualmente inviano a CONAI una dichiarazione sul loro operato (attraverso il Modello Unico Dichiarazione Ambientale, MUD).
L'operato di CONAI si concentra invece sulla riscossione di un contributo (Contributo Ambientale Conai) nei confronti degli utilizzatori di tutti gli imballaggi, sia questi primari, secondari e terziari. Attualmente il contributo sulla plastica è di 120,00 € a tonnellata. Una parte di questo contributo viene versato alla municipalizzata di turno che si preoccuperà di selezionare la nostra immondizia.

Il riciclo meccanico supera il 60% per quanto riguarda la plastica, in netto miglioramento rispetto agli anni precedenti. Le vantaggi per l'ambiente sono ingenti: 770 mila tonnellate di CO2 in meno disperse nell'atmosfera nel 2011, più di 6 milioni dal 2002 a oggi. Per quanto rigiarda il consumo energetico, secondo i dati ufficiali del Corepla, siamo intorno ai 6.920 GWh risparmiati.

Il Sistema degli imballaggi in Italia si trova quindi a soffrire di un grande squilibrio di visibilità in termini mediatici e legislativi con forti ricadute anche in termini economici.
A CONAI infatti spetta responsabilizzare il cittadino e trasmettere all'Europa i nostri dati di riciclo, informazioni, queste, che però giungono dalle aziende di riciclo e solo in seconda battuta a CONAI in quanto organo ufficiale di gestione del sistema imballaggi in Italia.

lunedì 21 maggio 2012

TUTTI I VANTAGGI DEGLI IMBALLAGGI IN PLASTICA

Imballaggi di plastica pronti per essere riciclati
L'imballaggio di plastica, oltre ad essere totalmente riciclabile come descritto in articoli precedenti, possiede anche altre caratteristiche che spesso un osservatore poco attento rischia di dimenticare. Il lasciarsi andare a considerazioni importanti quali "stop alla plastica negli imballaggi" potrebbe portarsi dietro delle conseguenze inaspettate e senza via d'uscita. Proviamo ad elencare i motivi per cui risulta controproducente sostituire la plastica negli imballaggi con altri materiali.

Leggerezza: Oltre il 50% di tutte le merci europee sono confezionate con imballaggi in plastica. Nonostante questo largo ricorso agli imballaggi in plastica, questi rappresentano soltanto il 17 % del peso di tutti gli imballaggi. Inoltre, questo dato è stato ridotto del 28% nel corso degli ultimi 10 anni.
Leggerezza nel packaging significa anche riduzione dei costi di produzione, minor energia ed emissioni di CO2 nei trasporti e diminuzione dei costi di trasporto.

Conservazione e mantenimento dei cibi: gli imballaggi di plastica proteggono e mantengono le caratteristiche dei cibi a lungo. Questo consente di ridurre l'ammontare di rifiuti umidi e l'impiego di conservanti.

Pratico e innovativo: ai nostri giorni le richieste della clientela sono sempre più rivolti ad una maggior facilità di identificazione ed etichettatura del prodotto, agevole da usare e da aprire. L'imballaggio di plastica rispetta proprio queste caratteristiche grazie all'alto grado di malleabilità e modifica per il produttore in base alle esigenze della clintela.

Sano e igienico: gli imballaggi di plastica proteggono i cibi, i medicinali e altri prodotti farmaceutici dalla contaminazione di germi o batteri durante la produzione, distribuzione e vendita delle merci. Le caratteristiche di totale impermeabilità dell'imballaggio di plastica consentono di migliorare la sicurezza e la protezione del prodotto anche nei confronti del consumatore che può toccare con mano l'articolo che sta andando ad acquistare senza contaminarlo con un contatto diretto.

Fonte: PLasticsEurope

venerdì 18 maggio 2012

TUTTI A SCUOLA DI RICICLO!

L'ambiente ha deciso di tornare a farla da padrone anche davanti ai banchi di scuola. Bella rivincita dopo anni di inquinamento più indisciplinato e sfruttamento delle risorse non rinnovabili. E la notizia è che i protagonisti di questa nuova rivoluzione culturale molto spesso non sono le amministrazioni pubbliche o le tanto decantate istituzioni europee ma i cittadini, con le loro idee, speranze e voglia di decollare dopo una crisi economica che non sembra conoscere la parola fine. Per esempio Nuova Gandiplast, una società specializzata nel riciclo degli imballaggi di plastica da superficie privata (i cosiddetti rifiuti speciali) e nella produzione di sacchi in polietilene per la raccolta differenziata, alcuni giorni fa ha deciso di aprire le porte del proprio stabilimento ai ragazzi delle classi quinte della scuola primaria di Gandino. L'obiettivo è stato quello di far conoscere ai “cittadini del domani” l'importanza di una corretta gestione dei rifiuti speciali. Il personale dell'azienda si è messo a disposizione degli alunni e dei loro insegnanti per spiegare il significato di questo genere di rifiuti e soprattutto di non scambiarli per ciò che è pericoloso o di sconosciuta destinazione in quanto di plastica, a Gandino (nei pressi di Bergamo), se ne ricicla migliaia di tonnellate all'anno da decenni e con ottimi risultati in termini sia economici che ambientali.


Negli stessi giorni anche il consorzio CARPI, di cui Nuova Gandiplast è tra le aziende fondatrici, ha aderito ad un progetto di educazione ambientale promosso in collaborazione con l'Università Sant'Anna di Pisa. La lezione, tenuta dal Direttore Generale del CARPI Alfeo Mozzato, si è rivolta agli studenti del Master in gestione e controllo dell'Ambiente: tecnologie e management per il ciclo dei Rifiuti. Vista la notevole attenzione e preparazione degli studenti in aula il dibattito si è potuto facilmente incentrare sulla questione riguardante la differenza tra rifiuti di imballaggio di plastica urbani (delle nostre case) e speciali (da attività industriali) e i due sistemi di gestione che questa diversità comporta. Nel caso della gestione dei rifiuti speciali di plastica da imballaggio, di cui CARPI è rappresentante, gli interlocutori sono solamente società private di raccolta e di riciclo soggette alle regole della libera concorrenza mentre nel caso dei rifiuti della raccolta differenziata hanno come protagonisti i comuni e i consorziobbligatori di filiera. 


Se sei curioso e ti interessa il mondo dei rifiuti degli imballaggi terziari in plastica lascia un commento con la tua richiesta!