Il riciclo della plastica costituisce una risorsa economica per il nostro Paese: lo ha sostenuto il Consorzio CARPI a Terra Futura.
Quando si pensa al riciclo della plastica, la maggior parte delle persone pensa esclusivamente ai rifiuti urbani, ossia quelli provenienti dalle nostre case. In realtà, buona parte sono di provenienza industriale, più facilmente individuabili e per questo riciclabili all’interno di un sistema produttivo a basso impatto ambientale, che può contribuire anche alla crescita economica del Paese. Sono questi alcuni dei temi che sono stati affrontati nel corso del convegno “La storia, il valore e le opportunità del riciclo della plastica in Italia”, promosso dal Consorzio CARPI (Consorzio Autonomo Riciclo Plastica Italia) e tenutosi lo scorso 25 maggio a Firenze in occasione di Terra Futura.
Quando si pensa al riciclo della plastica, la maggior parte delle persone pensa esclusivamente ai rifiuti urbani, ossia quelli provenienti dalle nostre case. In realtà, buona parte sono di provenienza industriale, più facilmente individuabili e per questo riciclabili all’interno di un sistema produttivo a basso impatto ambientale, che può contribuire anche alla crescita economica del Paese. Sono questi alcuni dei temi che sono stati affrontati nel corso del convegno “La storia, il valore e le opportunità del riciclo della plastica in Italia”, promosso dal Consorzio CARPI (Consorzio Autonomo Riciclo Plastica Italia) e tenutosi lo scorso 25 maggio a Firenze in occasione di Terra Futura.
Nell’ambito delle iniziative
culturali del Consorzio volto a sensibilizzare
la cittadinanza alle tematiche ambientali, e per costruire un’economia più
sostenibile ed equa, il convegno è stato aperto da Alessandro Stocco di CARPI,
che ha ripercorso la storia del riciclo della plastica in Italia: partendo dagli
anni ’60, che hanno visto la nascita dei primi processi di riciclo degli scarti
di produzione, passando dagli anni ’70, in cui gli impianti di riciclo si sono
evoluti , riciclando i rifiuti generati dai manufatti a fine vita, fino agli
impianti tecnologicamente innovativi dei nostri giorni.
Si è passati successivamente a un’analisi del panorama
attuale del settore, che in Europa coinvolge circa 50.000 aziende, 1.500.00
posti di lavoro e un giro d’affari di 180 miliardi di euro (fonte
PlasticsEurope). A livello Italia, secondo dati COREPLA, nel 2011
sono stati immessi 2.000.000 di tonnellate di imballaggi in plastica, di cui
circa il 63% proveniente dal circuito domestico e circa il 37% dal circuito
C&I (Commercio e Industria). In questo contesto, insieme a COREPLA, il Consorzio CARPI,
con le sue attuali 30 aziende, raccoglie e ricicla il 50% della plastica
derivante dagli imballaggi terziari, contribuendo in maniera significativa al
raggiungimento degli obiettivi nazionali e comunitari di riciclo. Più
precisamente, in
Italia si raccolgono e si recuperano circa 710mila tonnellate di plastica di
cui 355mila derivano da raccolta urbana e domestica, di competenza di COREPLA.
Le restanti 355mila sono di competenza del circuito indipendente e di questa
quota CARPI raccoglie e ricicla circa 200mila tonnellate.
Nella sua relazione, Paolo Glerean,
membro in carica del Management Comitee di EuPR (l’associazione europea che
rappresenta a livello istituzionale a Bruxelles tutti i riciclatori di
plastica), ha sottolineato invece come oggi il cittadino abbia compreso l’importanza di una gestione dei suoi
rifiuti che, fino a poco tempo fa, lui stesso considerava un problema.
L’avvento della crisi economica ha ribaltato però questa situazione. Dal
momento che il cittadino considera i rifiuti come una risorsa, e non più un
problema, questi vorrebbe poterli trattare come un bene economico. Sempre
secondo Glerean, “sarà questo il passaggio che l’Europa dovrà riconoscere e
gestire anche a livello legislativo in quanto, attualmente, le normative vigenti
considerano i rifiuti un problema da risolvere”. Questa tendenza deve invece gradualmente mutare, rendendo
il singolo cittadino consapevole di quali siano gli imballaggi facilmente
riciclabili e facendolo diventare il reale e primo protagonista della gestione
dei propri rifiuti.
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