martedì 24 aprile 2012

CONOSCI L'UTILIZZO DELLE BOTTIGLIE RICICLATE?

Pet riciclato rivalutato in positivo

Il riciclo, in termini generali di qualsiasi materiale ma in particolare del PET, non è solo eco-sostenibile ma anche economicamente vantaggioso. Studi dimostrano che l'impego di PET, rispetto ad altri materiali quali vetro e metallo, per l'imbottigliamento e il trasporto di alimenti e bevande, riduce fino a 52% il consumo energetico, con il conseguente abbattimento fino al 55% delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera. Le moderne tecnologie consentono di convertire scarti e rifiuti post-consumo in riciclato equivalente al materiale vergine per realizzare imballaggi di vario tipo.
Tradotto in numeri, fatto 100 il costo energetico per produrre un chilogrammo di PET vergine, quello per ottenere la stessa quantità di materiale equivalente partendo da PET post- consumo è pari a 50.
In Italia, una società specializzata nella produzione di polimeri, recupero e rigenerazione plastica, aderente al Consorzio Carpi, associazione che rappresenta la maggior parte delle industrie che raccolgono e riciclano imballaggi terziari in PE, ha presentato l'innovativo RELIFE, film rigido in PET che garantisce le stesse prestazioni in termini di shelf-life del prodotto imballato rispetto ai film tradizionali E riciclabile al 100% esattamente come una bottiglia in PET realizzata con plastica vergine.
La riciclabilità del prodotto permette inoltre di valorizzare al massimo sia il materiale a fine vita sia gli scarti di produzione, che in questo modo non rappresentano più per l'azienda un costo di smaltimento ma un ricavo di vendita. Ad oggi, la soluzione è già in commercio per l'imballaggio in vaschette per salumi affettati e formaggi.


RICICLO E DESIGN CON LA PLASTICA RICICLATA

Ponte in plastica riciclata

E' stato realizzato in Scozia il primo ponte a base di plastica riciclata al 100%, già impiegato per realizzare traversine ferrovierie ed altri elementi per l'edilizia.
Momenti della costruzione del ponte nei pressi di Edimburgo
Il ponte, completato in meno di due settimane, unisce le sponde del fiume Tweed nei pressi di Edimburgo. A realizzarlo la compagnia gallese Vertech. Lungo circa 27 metri e largo oltre 3.5 ha rimpiazzato una precedente struttura con travi in acciaio e pavimentazione in legno. E' in grado di sopportare carichi fino a 45 ton ed è composto da tre campate prefabbricate realizzate presso gli stabilimenti statunitensi a Portland e poi spedite via mare in Scozia in sei sezioni (due per ciascuna campata).
L'esperimento scozzese è un chiaro esempio di come l'edilizia e l'architettura facciano ricorso sempre più all'utilizzo di risorse derivanti da processi di riciclo.
Il caso della plastica è emblematico in quanto il materiale polimerico tradizionale (nessun riferimento alle bioplastiche quindi che sono compostabili e non recuperabili meccanicamente) è uno dei pochi ad essere totalmente riciclabile al 100%. Nonostante quindi la plastica non sia biodegradabile non va assolutamente criminalizzata in quanto è uno dei pochi materiali ad essere completamente recuperabile attraverso una corretta gestione industriale e tecnologica.

IMPIEGO DELLA PLASTICA IN AGRICOLTURA

Film agricoli in Europa


I film plastici per insilamento, pacciamatura, serre hanno dato un contributo importante allo sviluppo dell'agricoltura negli ultimi sessant'anni. Il loro utilizzo è notevole in orticultura così come nell'allevamento e nel settore caseario, contribuendo ad aumentare continuamente le rese produttive. Questi film inoltre permettono di estendere le coltivazioni, accrescendone stagionalità e diffusione geografica grazie al loro impiego per la pacciamatura e serre. 
riciclo-plastica-agricoltura
Sicilia: riciclo film agricoli delle serre
La crescente importanza delle materie plastiche in agricoltura e ortocultura è rappresentato dai 2 miliardi di euro che assorbe oltre mezzo milione di tonnellate l'anno di polimeri.
Il mercato principale è quello del bacino del Mediterraneo, con Italia e Spagna in testa soprattutto nel consumo di film per pacciamatura e serre. Nel lungo periodo, comunque, al domanda di film agricoli dovrebbe crescere più intensamente nei paesi del Nord Europa, dove i cambiamenti climatici offriranno condizioni più favorevoli per l'agricoltura e dove si registra una spinta verso rendimenti più elevati.
I film da insilamento rappresentano il segmento più ampio, pari a quasi la metà del mercato europeo. Il consumo di film per serre rappresenta circa il 30% del mercato e comprende quelli per serre tipo tradizionale, tunnel di grandi dimensioni percorribili e coperture rimovibili. I film da pacciamatura rappresentano il restante 25% della domanda e dovrebbero registrare un leggero declino dovuto alla sostituzione con materiali biodegradabili e alla ulteriore riduzione di spessore.
I produttori dell'area mediterranea sono specializzati nella produzione di film per serre, mentri quelli del nord Europa realizzano principalmente film per l'insilmanto e in misura minore per la pacciamatura.
Questa è la sintetica analisi dell'impiego della plastica in agricoltura per le tipologie di coltura più avanzate.

venerdì 13 aprile 2012

LA FILIERA ITALIANA DELLA PLASTICA

In occasione della fiera Ecomondo (Fiera internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile), è stato presentato il progetto Plastic Eco Village. Si tratta dell’ultima iniziativa del consorzio CARPI (Consorzio Autonomo Riciclo Plastica Italia) che ha come obiettivo l’identificazione e la promozione, tramite un apposito Marchio, dell’impiego di plastica riciclata di qualità per la realizzazione di prodotti in materiale plastico.
Plastic Eco Village (PEV) è un sistema di certificazione su tutta la filiera del riciclo della plastica, dalla raccolta dei rifiuti alla produzione di nuovi manufatti, volto a garantire la tracciabilità del prodotto, la garanzia del rispetto delle norme vigenti, della sicurezza sulle lavorazioni e sulla qualità dei prodotti.



Grazie a tale sistema, spiegano gli ideatori, il consumatore potrà avere la garanzia di contribuire alla riduzione delle emissioni di Co2, scegliendo l’utilizzo di un prodotto ottenuto da un processo di riciclo e da rifiuti in plastica provenienti da filiera corta, ovvero raccolti in un raggio di non più di 250 chilometri su territorio nazionale.
Nel corso della presentazione del progetto sono stati anche illustrati i risultati ottenuti dalla Mecoplast srl, la prima azienda che ha sperimentato il PEV. L'azienda si occupa del riciclo e della produzione di nuovi manufatti in LDPE (il polietilene, la più comune delle materie plastiche), mentre per la terza fase della filiera, ovvero la raccolta dei materiali post-consumo, si avvale di soggetti terzi.
L'attività di riciclo Mecoplast si è concretizzata in 8mila tonnellate di granulo rigenerato prodotte in un anno, corrispondenti ad un risparmio di 10356 tonnellate di petrolio, equivalenti a 14480 tonnellate evitate di Co2.

RICICLO DI PASQUA

Trasformare in plastica i gusci delle uova




Recuperare i gusci delle uova destinati alla discarica per trasformarli in materiali plastici adatti a ogni uso, dall'edilizia alla farmaceutica fino agli imballaggi per alimenti. E' questo l'obiettivo di un progetto di ricerca che i chimici britannici dell'universita' di Leicester stanno per lanciare proprio a ridosso delle festivita' pasquali grazie al finanziamento di una rete di aziende alimentari impegnate nell'innovazione. Il curioso progetto di riciclo, che potrebbe alleggerire le aziende produttrici e trasformatrici di uova dai costi dello smaltimento dei gusci, e' affidato ai 'cervelli' specializzati in chimica 'verde' e materiali sostenibili dell'ateneo britannico. I loro studi si stanno ora concentrando sul metodo migliore da impiegare per estrarre dai gusci i glicosamminoglicani, proteine che trovano gia' impiego nelle applicazioni biomedicali e che potrebbero rivelarsi molto utili in campo farmaceutico. I ricercatori stanno anche cercando di capire in che modo usare i gusci come elementi riempitivi per diversi tipi di plastica, con applicazioni che spaziano dalle confezioni per cibi gia' pronti fino all'officina di montaggio e riparazione. L'obiettivo finale e' quello di dare una seconda vita ai gusci usandoli per imballare e proteggere proprio i prodotti alimentari a base di uova.

mercoledì 11 aprile 2012

RECUPERO PLASTICA IN AMERICA





Secondo gli atti della conferenza internazionale Polyethylene Films 2012, organizzata da AMI (Applied Market information) che si è tenuta in Florida lo scorso 9 e 10 febbraio le dinamiche che l'industria nordamericana dei film in polietilene sta affrontando sono molto legate alla volatilità dei prezzi delle materie prime, i costi energetici, i livelli crescenti delle importazioni e la debolezza delle basi di mercato.
Allo stesso tempo le opportunità non mancano sotto la spinta della formulazione di nuove resine e dello sviluppo di prodotti innovativi che, a loro volta, stimolano la realizzazione di imballaggi sempre più sofisticati e funzionali.

giovedì 5 aprile 2012

DA IMMONDIZIA A RACCOGLITORI PER L'IMMONDIZIA


Il Villaggio della Plastica Riciclata italiana


Siamo nel pieno della rivoluzioneverde. La sostenibilità e la tutela ambientale è al centro di ogni discussione economica e politica. Ad eccezione degli scandali politici, nei blog degli “smanettoni” e nei siti web di informazione la ricerca dell’ultima innovazione a sfondo ambientale è quanto mai sclerotica. Molte aziende pubblicano libri e bilanci di sostenibilità per differenziarsi da chi non rispetta l’ambiente. Comitati di cittadini a tutela del proprio territorio nascono senza interruzione. Tra un po’ mancherà addirittura la materia o il problema di cui farsi carico.
Ma poniamoci una semplice domanda: chi oggi ci parla di sostenibilità ambientale sarebbe pronto a farlo anche senza un qualsiasi tipo di ritorno economico immediato o futuro? La nostra risposta a questa domanda è sicuramente no e questo introduce la presentazione di un'iniziativa tutta “CARPI” a cui teniamo molto.
Plastic Eco Village è un progetto ambientale che in punta di piedi sta cercando di scardinare preconcetti riguardo il riciclo dei rifiuti di plastica. Concetti generati spesso dagli stessi esperti della Green Economy senza una sufficiente conoscenza della materia. PLASTIC ECO VILLAGE è un sistema di certificazione e di promozione del riciclo della Filiera italiana della Plastica Riciclata.
Tutte le aziende che aderiscono al Codice di condotta PLASTIC ECO VILLAGE, ed ottengono l’uso del marchio, si sono sottoposte ad una Analisi LCA, ovvero uno studio sull’intero processo produttivo, ai sensi delle norme ISO 14040 e 14044, che permette di calcolare le emissioni di CO2 dell’azienda. Il calcolo delle emissioni, che costituisce uno strumento di monitoraggio delle prestazioni ambientali dell’azienda, è finalizzato alla riduzione delle stesse nel tempo, e viene certificato da BIOS s.r.l., ente di certificazione volontaria specializzato nel campo dell’emission trading.


Le aziende aderenti al progetto hanno una curiosa particolarità: quella di essere tra i maggiori produttori europei di sacchetti dell'immondizia. Quasi a dire che ciò che contiene i nostri rifiuti, pochi giorni prima era un rifiuto a sua volta. E il ciclo continua, se si appoggia il riciclo della plastica.

lunedì 2 aprile 2012

CONFERENZA STAMPA: "Noi, sussidiari al sistema in vigore"





Carpi, il Consorzio Autonomo Riciclo Plastica Italia, è un'ente nato nel 2007. E' composto da 30 aziende che si occupano della raccolta, riciclo e produzione di materie plastiche provenienti da superficie privata. "Ricicliamo già il 50% della quota italiana" spiegano "ma il sistema si chiude alla concorrenza"
 "Vogliamo cambiare le cose. Siamo sussidiari al sistema vigente nel settore del riciclo della plastica in Italia".
Si presenta così il Carpi, il Consorzio Autonomo Riciclo Plastica Italia. Carpi è un consorzio di servizi composto, al momento, da 30 aziende che si occupano della raccolta, riciclo e produzione di materie plastiche provenienti da superficie privata, non i rifiuti di plastica urbani, che rimangono di competenza dei comuni e del sistema consortile nazionale.
"Siamo partiti nel 2007 con 9 riciclatori" spiega Gianfranco Picinali, presidente del Consorzio "ora ricicliamo il 50% dei rifiuti da imballaggio di plastica secondari e terziari".
"Se l'Italia, attraverso il Conai, riesce a raggiungere il 26% di riciclaggio imposto dalle direttive europee è grazie a noi" aggiunge Alfeo Mozzato, direttore generale di Carpi "al momento, nonostante tutte le difficoltà superiamo il 50% della plastica che viene riciclata in Italia".
"Questo senza mai sottovalutare l'aspetto ambientale" aggiunge Mozzato "effettuiamo il più possibile il lavoro a km zero. Con un gioco di squadra tra i nostri riciclatori garantiamo sempre che il riciclaggio avvenga nel luogo più vicino possibile a quello di consumo".
Il consorzio, fondato nel 2007 a Zero Branco, in provincia di Treviso, è gestore del sistema Pari (Piano per la gestione autonoma dei rifiuti da imballaggio). "Si tratta" spiegano i dirigenti di Carpi "del primo sistema di gestione autonoma dei propri rifiuti di imballaggio in plastica. Al di fuori del sistema Conai assicuriamo a un produttore di imballaggi la corretta gestione dei rifiuti. L'azienda si affida a noi nella nostra triplice veste di produttore di imballaggi, raccoglitore e riciclatore di rifiuti. E noi garantiamo loro un risparmio notevole rispetto a quelle che sono le tariffe imposte a livello nazionale".
Il Consorzio Carpi denuncia però le difficoltà tra cui è costretto a muoversi nel sistema legislativo italiano. "Più volte abbiamo manifestato le nostre perplessità nei confronti del modo in cui si sta delinenando il comparto" continuano i dirigenti di Carpi "Soprattutto alla luce dell'inserimento nel decreto Liberalizzazioni dell'articolo 26".
Si tratta dell'articolo rubricato come "Misure in favore della concorrenza nella gestione degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggio e per l'incremento della raccolta e recupero degli imballaggi".
Un decreto che, denunciano, "ostacola lo sviluppo di una libera concorrenza nel mercato della produzione e recupero degli imballaggi. In fase di discussione dell'articolo, dando piena attuazione alle direttive comunitarie, il governo Monti proponeva misure che avrebbero consentito al singolo produttore di imballaggi, anche in forma collettiva, di operare al di fuori del sistema in vigore".
Insomma, sostengono, si sarebbe favorita la concorrenza, anche a vantaggio dei cittadini che avrebbero visto i prezzi del prodotto al consumo ridotti.
"Nella fase successiva di discussione del Dl Liberalizzazioni" conclude il presidente di CARPI Picinali "questa proposta è scomparsa. Questo nonostante l'Ue e l'Antitrust avevano più volte invitato il governo a introdurre la concorrenza nel settore. Si è persa l'ennesima opportunità per impedire che gli interessi di pochi prevalessero sul vantaggio di molti. Ci confermiamo, purtroppo, un unicum in Europa".