In
testa alla classifica ci sono Austria (39 punti), Belgio (34),
Danimarca (37), Germania (36), Olanda (39) e Svezia (35), che
«Dispongono di sistemi completi di raccolta dei rifiuti, meno del 5%
dei quali finisce in discarica. Vantano sistemi di riciclaggio ben
sviluppati, una capacità di trattamento sufficiente e buone
prestazioni riguardo ai rifiuti biodegradabili. Le politiche di
gestione dei rifiuti di tali Paesi sono caratterizzate da una
combinazione adeguata di strumenti giuridici, amministrativi ed
economici».
La
nuova relazione dell'Ue sulla gestione dei rifiuti urbani negli
Stati membri evidenzia l'esistenza di profonde differenze nell'Ue. Il
rapporto classifica i 27 Stati membri in base a 18 criteri,
attribuendo bandiere verdi, arancioni e rosse per voci come totale
dei rifiuti riciclati, tariffe dello smaltimento dei rifiuti,
violazioni della normativa europea.
Una
situazione che si capovolge all'altro estremo della classifica, dove
le bandiere verdi scarseggiano. Gli Stati membri che presentano i
maggiori deficit di attuazione sono: Bulgaria (8 unti), Cipro (11),
Estonia (17), Grecia (3), Italia (ben 9 "rossi", 3 "verdi"
e solo 15 punti), Lettonia (9), Lituania (14), Malta (9), Polonia
(18), Repubblica ceca (18), Romania (11) e Slovacchia (17), «Con
carenze quali politiche deboli o inesistenti di prevenzione dei
rifiuti, assenza di incentivi alle alternative al conferimento in
discarica e inadeguatezza delle infrastrutture per il trattamento dei
rifiuti. Il ricorso massiccio al conferimento in discarica implica il
sottoutilizzo sistematico di opzioni migliori di gestione dei
rifiuti, quali riutilizzo e riciclaggio: il panorama è invero
desolante».
La
Commissione si baserà proprio su questo rapporto per stilare tabelle
di marcia rivolte ai 10 Stati membri (quindi anche all'Italia) che
hanno registrato i risultati peggiori, delle quali discuterà
quest'autunno con le autorità nazionali in seminari bilaterali: il
primo appuntamento è fissato per il 19 settembre a Praga.
Il
commissario Ue all'ambiente, Janez Potočnik, ha concluso: «Il
quadro
che emerge da quest'esercizio conferma i miei forti timori: molti
Stati membri conferiscono ancora quantità ingenti di rifiuti urbani
in discarica, che costituisce l'opzione peggiore di gestione dei
rifiuti, nonostante la disponibilità di alternative migliori e dei
fondi strutturali per finanziarle. Si interrano risorse preziose, si
perdono potenziali vantaggi economici, non si crea occupazione nel
settore della gestione dei rifiuti e si espongono a rischi la salute
umana e l'ambiente: una situazione difficile da difendere nelle
circostanze economiche attuali».
Secondo
uno studio recente della Commissione, una piena attuazione della
legislazione unionale sui rifiuti consentirebbe di risparmiare 72
miliardi di euro l'anno, incrementando di 42 miliardi di euro il
fatturato annuo del settore che gestisce i rifiuti e del settore del
riciclaggio e creando oltre 400
000 posti di lavoro entro il 2020.
Per
citare un esempio in Germania la gestione dei rifiuti urbani e
speciali è lasciata al libero mercato attraverso il sistema del Dual
System, in cambio di una qualità del servizio, come si evince
dal report europeo sopracitato, di gran lunga superiore alla nostra.
Non
è però dello stesso avviso l'Anci, autorevole rappresentante delle
amministrazioni locali che effettuano la raccolta dei nostri rifiuti,
che durante un'intervista dello scorso gennaio, in concomitanza con
il Decreto Liberalizzazioni del Governo Monti, difendeva lo status
quo di monopolio delle amministrazioni comunali nella gestione dei
nostri rifiuti affermando che una liberalizzazione del settore
“andrebbe a compromettere la buona funzionalità dell’attuale
sistema, che ha fino ad oggi garantito a livello nazionale il
raggiungimento degli obiettivi di recupero e riciclo, oltre a
permettere di trovare un effettivo sbocco nei mercati del riciclo e
del recupero per tutti i rifiuti di imballaggio differenziati con la
raccolta dei rifiuti urbani di origine domestica’’.
La
nuova relazione dell'Ue sulla gestione dei rifiuti urbani negli Stati
membri evidenzia invece come l'Italia non si stia comportando come
gli altri Paesi a pari economia, bensì con risultati senza dubbio
inferiori nonostante la nostra bolletta continui a lievitare.
Fonte:
Greenreport,